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Immagine del redattoreGiovanni Sabattini

REFF IN GENERE, IL 30 NOVEMBRE A VIGNOLA


Un’altro denso appuntamento, dedicato al nuovo cinema di genere italiano, per l’expanded edition del REFF mercoledì 30 novembre presso la Biblioteca Auris di Vignola alle 21, in collaborazione con il Comune di Vignola. Ecco il programma della serata:


«Giulio Golfieri è un filmmaker di Venezia, che stupisce con questo corto (13 minuti), Only Deads. Stupisce davvero. Uno, perché va decisamente sull’hard, sull’esplicito, e [...] due [...] perché insinua quello che una volta chiamavamo “il Perturbante”. L’Unheimlich, la perturbazione, sta in rapporto con il fatto che non tutto è spiegato, come va bene che sia, con i nessi mancanti, con la quota di non detto. Lo scavallamento di campo e di schermo, per cui quello che stava di là passa di qua, è il tema. L’oggetto che si fa soggetto e viceversa. Comunque, le mentalizzazioni non servono, e basta la forza di quello che Golfieri ha fissato nelle immagini», da Davide Pulici su Nocturno

  • DELIVER YOU (2021), Massimiliano Reina (Italia)

Massimiliano Reina - al secondo cortometraggio - gioca intelligentemente con i generi - in primis l’horror - grazie ad un regia frenetica che mescola eros e thanatos ed un estetica ammiccante che richiama - nichilisticamente - l’interazione tipica dei videogame. L’ambizione di Reina non è solo quella di raccontare le contraddizioni del capitalismo oggi, attraverso la storia di un rider non più così giovane, ma addirittura quella di fornirci uno spaccato hobbesiano sul genere umano.

  • ZABUT (2021), Giuseppe Schillaci (Italia)

«Nunzia, una trentenne con problemi di fertilità, torna nella casa d’infanzia, in Sicilia, nell’antica contrada di Zabut. Qui, con la complicità della madre e del suo nuovo assistente ebanista, Nunzia ritrova il desiderio, come in un arcaico rituale pagano. Le potenze matrilineari fanno eco alle angosce legate alla fertilità e al piacere femminile, incoraggiando Nunzia a riscoprire il proprio corpo, la sua natura animale. La macchina da presa s’identifica con lo sguardo e le visioni di Nunzia, sovrapponendo sogno e realtà con chiari riferimenti pittorici e cinematografici (l’arte barocca e il cinema degli anni 60)», Giuseppe Schillaci



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