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Immagine del redattoreGiovanni Sabattini

REFF HOMAGES: Robert Cahen e Claudio Caldini, dal 14 al 17 marzo 2024



Così lontani, così vicini, fra l’immagine elettronica e l’immagine analogica, dalla Francia e dall’ Argentina, quest’anno il REFF si fa, veramente, internazionale con due omaggi che sono un unico grande omaggio alle chance espressive delle immagini, a Robert Cahen e Claudio Caldini:


A Robert Cahen e Claudio Caldini verrà assegnata quest’anno anche la Freccia d’oro per la Ricerca Infinita (Golden Arrow for Endless Quest). Non un premio alla carriera ma all’opera ancora da compiersi. A due artisti la cui ricerca è inesausta creazione del nuovo, tensione verso un nuovo linguaggio - letteralmente, un linguaggio che non c’è ancora, un linguaggio tutto da fare, se faisant.


Contestualmente agli omaggi, per REFF Academy, Cahen e Caldini incontreranno gli studenti giovedì 14 e venerdì 15 marzo al Cinema Bristol, offrendo loro due masterclass sul rapporto immagine-suono e sull’uso della pellicola (segnatamente del Super8) nell’audiovisivo di ricerca. Le masterclass sono anche aperte la pubblico.


HOMAGES: Robert Cahen, Claudio Caldini


«Dagli anni Settanta in poi, la ricerca di Robert Cahen è stata guidata dalla nozione di passaggio: passaggio dall'immagine fissa all'immagine in movimento, passaggio da un luogo - e da un tempo - a un altro, trasformazione della realtà filmata e dello sguardo, esplorazione del suono in relazione all'immagine. Il suo lavoro si inserisce in un dialogo sempre rinnovato tra visibile e invisibile, narrazione e poesia, di fronte a un mondo altro, un mondo reso diverso - bello, inquietante - dalle metamorfosi del tempo e dello spazio», Sandra Lischi


«Il cinema di Caldini [...] in alcuni passaggi invita alla contemplazione ritardata, meditativa, in altri non rifiuta il vertiginoso, ma in un raggio assolutamente opposto alla usuale mitragliatrice retinica che si annida dentro gli schermi contemporanei. Quello che fa con i suoi film non è altro che una spolverata per ripristinare una, necessaria, forma di chiarezza. Il motore che attiva il cuore dei film di Caldini è volto ad affinare e ravvivare il nostro sguardo, in uno stato di reinvenzione permanente di quell'esperienza che chiamiamo cinema», Eduardo A. Russo


  • 14 MARZO 20,30

TRAGUARDARE, lo sguardo e il viaggio


Juste le temps (1983), Robert Cahen

musica: Michel Chion


«Parentesi di un momento di viaggio, dove i paesaggi trasformati diventano attori a tutti gli effetti di una storia che, sullo sfondo, racconta il possibile incontro tra due persone. I confini tra paesaggi esterni e interni, tra sonno e veglia, tra rumore e silenzio, e persino tra i personaggi, si confondono fino a scomparire. La nozione di passaggio, così ben illustrata dal viaggio in treno, permea l'intera vicenda», Sandra Lischi



Blind Song (2008), Robert Cahen


Uno spaccato di vita in una strada di Hô Chi Minh.



Heliografía (1993) Remix (2023), Claudio Caldini


«Un pezzo chiave del suo lavoro come Heliografía (1993) proviene da un disco in single8, trasferito e montato in video analogico U-Matic SD e presto si è convertito in una pietra miliare del video argentino di quel decennio. Successivamente, il regista ha continuato a lavorare su quel corto, ed è oggi possibile vederlo in un remix digitale in HD. L'incantevole bellezza di questo viaggio in miniatura, che evoca il famoso viaggio in bicicletta del Dr. Albert Hoffmann a casa sua mentre è immerso nel celebre esperimento personale con l'LSD, mantiene intatto il suo potere» Eduardo A. Russo



  • 15 MARZO 20,00

LA DANZA DELLA REALTÀ, immagini in movimento

in collaborazione con il Drama Teatro, alla presenza di Lorenzo Vercelli (Cinedanza Festival)


Un Enano en el Jardin (1981), Claudio Caldini

proiezione in Super8


Una serie di esercizi su movimenti estremi della macchina da presa combinati con improvvisazioni della danzatrice Alice Bloch. Il titolo allude al formato Super 8 e all'ambiente in cui si svolge l'azione.



Parcelle de ciel (1987), Robert Cahen

coreografia di Susan Buirge


Le tracce dei movimenti dei danzatori si inscrivono nello spazio di un riverbero calcolato. Il video fornisce una doppia lettura del movimento, permettendo allo spettatore di ricordare meglio l'incredibile balletto dei corpi. I fermo immagine mostrano il movimento, rievocando i dipinti di Francis Bacon. L'uomo diviso si avvia verso il cielo della danza.



Solo (1989), Robert Cahen


Questa coreografia di Bernrdo Montet, immaginata e creata per essere filmata da Robert Cahen, su musica di Michele Bokanowski, racconta la solitudine del danzatore al centro dell'arena. L'opera è stata commissionata dall'emittente spagnola RTVE per la serie El arte del video.



in dialogo con


For Pina (2015), Michele Bernardi

musica di Luca D'Alberto The life after tratto dall'album Estasi


For Pina è un tributo a quell' artista meravigliosa e dolce che è Pina Bausch.



  • 16 MARZO 20,30


LOOKING FOR LISTENING, immagine e suono nella ricerca audiovisiva


in anteprima


La Voix (2023), Robert Cahen

sulla musica concreta di Michel Chion La Tentation de saint Antoine (1984), tratta da G. Flaubert, con la voce di Pierre Schaeffer.


«Le immagini di questo film sono accompagnate dalla musica concreta di Michel Chion, lasciando che il monologo di Sant’Antonio (voce di Pierre Schaeffer) si svolga e si riveli completamente. L’immaginario del film, sviluppato attraverso associazioni di immagini diverse, vuole essere terrigno e prossimo alla natura ritrovando la materia offerta in una visione avvolta nella nebbia. Al suono dello sparo, reale nella musica, corrisponde una cesura del discorso e l'immagine, come lo sparo, riscopre la connotazione asiatica della morte. E dal sogno nasce la forma umana, poi un volto che si offre prima di scomparire nel tumulto di un mare immaginario. La terra vista dal cielo, poi il cielo stesso, ci porta lontano, “plus haut toujours" (più in alto ancora)» Robert Cahen



Vadi-Samvadi (1981), Claudio Caldini

proiezione in Super8


«“Vadi-Samvadi” è la coppia di note predominante nella struttura della forma musicale indiana conosciuta come raga. Il film è stato girato due volte in formato super8: la prima nel 1976, la seconda nel 1981. La prima copia è andata perduta durante il viaggio verso una mostra, e quello che vediamo oggi è un attento remake. Nella prima parte di Vadi-Samvadi, [...] si vede il cineasta seduto a un tavolo, su cui si trovano alcune piante, mentre aziona una piccola macchina: un motore a vapore in miniatura [...] non appena il motorino si mette in moto il ritmo di Vadi-Samvadi viene guidato dall'accelerazione del raga che inizia ad elaborare la sua forma sonora: la struttura del film si sposta così dal soggetto umano alle piante della stanza. E inizia, allora, lo svolgersi di una formidabile coreografia vegetale che fa dello spettatore del corto il soggetto di una trance cinematografica dove gli ordini eterogenei di tecnica e natura, macchina e piante, immagine e suono, si amalgamano nell'esplorazione di un microcosmo dove l'intervallo, evocato dalle note vadi/samvadi, ma anche osservato dalla danza delle inquadrature montate in macchina, rivela una natura assolutamente cinematografica», Eduardo A. Russo



  • 17 MARZO 20,00


FIAT LUX, la materia prima delle immagini


Deadline (2015), Claudio Caldini


Pittura urbana di luce. Realizzato come visiting professor presso la Liaison of Independent

Filmmakers di Toronto



in dialogo, in anteprima, con:


Realtà Diminuita (2019-2023), Enrico Bentivoglio


«Uno dei tanti passaggi sul Ponte di Ferro (o dell'industria) a Roma. Ma quella sera il braccio, ciondolando, produce il movimento nel cellulare. Poi l'occhio meccanico biologico; guarda, fissa, e vede», Enrico Bentivoglio


«Il punto non è che l'occhio meccanico vede di più e meglio dell'occhio biologico [...] il punto è che il cinema apre a un'esperienza che esalta alcune caratteristiche implicite nella visione umana e le trasforma, per così dire, nella "materia prima" del discorso filmico», Pietro Montani, Destini tecnologici dell’immaginazione, pag. 102



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