Ve lo avevamo promesso, ecco tre nuovi ricchissimi appuntamenti dell’Expanded Edition del REFF: sabato 19 novembre, martedì 29 novembre e mercoledì 7 dicembre torna il REFF con un ricchissimo programma da non perdere. Ecco in dettaglio tutti gli appuntamenti:
19 novembre, alle 17,30, Cinema Bristol (Savignano sul Panaro)
NATURA NATURANS: IL CINEMA DI KAREL DOING E SANDRO BOCCI
i registi saranno presenti in sala
IN VIVO (2021), Karel Doing (Regno Unito), ITALIAN PREMIERE
La realtà ha innumerevoli strati, molti di questi invisibili ad un occhio inesperto. Nella forma elegiaca che assume In Vivo gli esseri umani appaiono come formiche, camminando intorno al loro habitat in modo pre-programmato, mentre sono animali e piante a comportarsi come individui. Questo mondo capovolto genera una strana forma di attrazione, allo stesso tempo alienante e profondamente familiare. La superficie del film - anch’essa materiale - è pelle - granulosa, effimera, colorata, vibrante - che respira e interagisce con il mondo vivente in molteplici modi. Tempo e spazio si confondono in una realtà che è allo stesso tempo peculiare e universale. Il film è contemporaneamente un documentario, un home movie e una sinfonia. Vediamo frammenti della vita personale del regista, inclusi gli incontri con gli amici e la famiglia. Oltre queste scene di banale routine, il film offre la possibilità di un incontro insolito con il reale, attraverso una delicata composizione di immagini e suoni. Questo non è un semplice viaggio da A a B, ma un tuffo nelle tempestose ma nutritive acque di un oceano. Se c'è una storia da raccontare, è un dramma. L’orologio del giorno del giudizio sta facendo il conto alla rovescia, ricordandoci che nel qui ed ora le specie stanno, rapidamente, scomparendo dal pianeta. Quanto tempo ci vuole per rendersi conto che il nostro comportamento distruttivo è irreversibile e minaccia di distruggere tutto ciò che amiamo?
ÀPEIRON (2021), Sandro Bocci (Italia)
Che cos'è il tempo? Àpeiron (in greco antico: l’indefinito) è semplice contemplazione del tempo, un concetto arduo da definire con parole che sfuggono a un’indagine, troppo, casuale sulla sua natura. In una progressione continua di investigazioni visive lo spettatore sperimenta lo svolgersi del tempo dall'esterno del tempo - luogo dell’indefinito. A partire da questa esternalità si snoda un percorso audiovisivo che, partendo dall’astrazione, tende progressivamente verso una prospettiva più umana del mondo. La “narrazione” visiva mescola microscopia, astro-fotografia, sequenze naturalistiche a punti di vista più umani, trovando convergenza nel linguaggio poetico. Le sequenze non vincolano lo spettatore ad una narrazione lineare. Lasciano invece spazio a un’infinità di interpretazioni scaturite da un collage di ricordi, esperienze e astrazioni visive. Alla fine, il percorso ritorna, ciclicamente, all’indefinitezza dell’inizio. L'idea del ciclo sorge dalle idee di Anassimandro - filosofo presocratico della Grecia antica. Tanto che lo stesso titolo del film - Àpeiron - è stato scelto in sintonia con le idee del filosofo.
21,00, Sala Consigliare (Vignola) e online sulla pagina FB del REFF
Karel Doing e Sandro Bocci dialogano con Giovanni Sabattini, direttore del REFF, sulla natura dello sguardo cinematografico e le sue più urgenti sfide contemporanee: la riflessione sul tempo, sul movimento e la possibilità di rappresentare il rapporto, naturalmente problematico, di uomo, tecnica, storia e natura attraverso le immagini. L’incontro sarà in lingua italiana e inglese con traduzione a cura di Edoardo Parasporo, membro del comitato di selezione del REFF.
29 novembre, alle 21,00 Sala dei Contrari (Vignola),
IMMAGINE, POESIA E SOGNO: IL CINEMA DI CESARE BEDOGNÈ
introdurrà la serata Davide De Marco, membro del comitato di selezione del REFF
MARIA'S SILENCE (2017), Cesare Bedognè (Italia)
Il film è basato su materiale documentario ma non è, in senso stretto, un documentario. Né un’opera di fantasia. Il film ci si è presentato sotto forma di sogno, non un sogno notturno, bensì un sogno che si svolgeva giorno dopo giorno durante le riprese. Un sogno condiviso tra il fotografo-regista e l’attrice (o, meglio, la donna ritratta nel film), che tuttavia sembrava seguire una propria, enigmatica necessità mediante la quale le riprese si univano quasi magneticamente, intrecciandosi in uno schema di strati sovrapposti che incessantemente si fondono e si dissolvono l’uno nell’altro, nel continuo flusso di cristallizzazione e rimodellamento della psiche. Ad un certo punto, questo sogno sembra finire ma in realtà si apre solo ad un altro sogno, o allucinazione, dove il film stesso inizia bruscamente a bruciare, scatenando nuove e vecchie visioni - frammenti di realtà - finché non viene spento da una tempesta improvvisa e si dissolve in un crepuscolo di acque marine. In questo senso, il film è anche una meditazione sugli elementi, Acqua e Fuoco, Vento, Terra e Pelle, ispirata a un Occhio-Sole apparso quasi da solo in una delle prime inquadrature e che si è impossessato della narrazione, nel flusso infinito e metamorfosi insondabile di tutte le cose e di tutti gli esseri.
THE LAST STEP OF AN ACROBAT (2019), Cesare Bedognè (Italia)
Questo film si è venuto creando - svolgendosi quasi da solo - giorno dopo giorno durante le riprese, come una fiaba mitica sulle creature del mare morto e sul desiderio di volare - Morte e Volo, che non possono esistere l’una senza l'altro. Come un sogno, si basa su una serie di visioni, desideri e presentimenti interconnessi che non potrebbero mai venir ridotti ad unità di significato. Come la vita stessa, o come il mare che è sempre mutevole e tuttavia resta sempre lo stesso, incapace di tradire il suo mistero. Più simile a un poema visivo che a un film narrativo, è la storia di un Equilibrista sospeso sulla fune molle dell'esistenza, la terra di confine sottile e sempre mutevole che unisce tutti gli opposti, Cielo e Terra, Vita e Morte, Luce e Ombra, Altrove e Nulla. The Last Step of an Acrobat parla, anche, della trasformazione e della perdita dell’identità, del desiderio di diventare qualcun altro, o anche qualcos’altro – lo stridio di un gabbiano, le ossa sbiancate, la bocca rotta di un delfino, che si dissolve in una profonda eternità – una meditazione sulla malinconia e sulla fragilità dell’esistenza, permeata dal sussurro segreto di tutte le cose naufragate e perdute.
PHOTOGRAPHING NY (2021), Cesare Bedognè (Italia)
Questo breve film è tratto da una poesia che ho scritto ricordando le due settimane trascorse a New York nel 2004, in occasione della mia prima mostra fotografica all’estero. Quasi dimenticai questi versi, che stranamente avevo scritto direttamente in inglese nel corso di una notte febbrile, finché non mi tornò alla mente quasi quindici anni dopo, mentre stavo viaggiando in Portogallo. Successivamente, ho iniziato a realizzare riprese ispirate alla poesia, sognando l’America al di là delle lunghe ipnotiche onde e dei vecchi moli corrosi, all’altra estremità dell’Atlantico solitario. Nel montaggio ho aggiunto alcune delle foto scattate 15 anni prima insieme a una singola foto, particolarmente, dolorosa scattata in un ospedale olandese nel 1997, intrecciando attraverso la realizzazione del film diversi periodi della mia vita e diversi linguaggi artistici, venendo a creare un ritratto della mia interiorità piuttosto che un documentario.
7 dicembre, alle 21,00 Sala dei Contrari (Vignola),
IL CINEMA DI PROSSIMITÀ DI ILARIA PEZONE
la regista dialogherà con Giovanni Sabattini, direttore del REFF
STRATI DEL TEMPO RISUONANO (2021), Marta Cassiba, Marina Giovanzana, Enrico Pierantognetti, Giulia Zini coordinamento e soggetto Ilaria Pezone (Italia)
Un gruppo di studenti dell’Accademia di Brera vive il lockdown del febbraio 2020, in relazione alla pandemia di Covid19, filmando diaristicamente il proprio presente: alcuni di loro si trovano costretti a convivere, altri trovano rifugio tra le mura famigliari. Le riprese del ritratto dedicato al pittore Angelo Falmi sono interrotte; l’entusiasmo per questa esperienza appena iniziata cala rapidamente. Nuove emozioni e nuove domande dilagano nel rinnovato quotidiano degli studenti; la vita, nel pieno della sua fragile grandiosità, ha la priorità su progetti e aspirazioni: è così che la docente di tecniche di ripresa Ilaria Pezone decide di reinventare la proposta di lavoro. In accordo con l’Archivio Rayo, le fotografie in esso raccolte vengono condivise con gli studenti per trarne spunti creativi, per provare a immaginare le vite degli altri, appartenenti al passato. I due diari (1982/2002) filmati di Angelo Falmi divengono così narrazione di un passato che può appartenere ai volti degli sconosciuti immortalati nelle fotografie; il presente è un intreccio tra l’atto del dipingere di Falmi e l’atto del filmare degli studenti. Inaspettatamente, sparsi i semi, è germogliato il dialogo. Il progetto è il frutto dell’incontro tra lo sguardo dei suoi giovani autori, l’Archivio fotografico Rayo e il pensiero del pittore e docente Angelo Falmi. Un incontro apparentemente impossibile, ma perseguito nelle contingenze pandemiche che hanno interrotto la lavorazione del ritratto dedicato all’artista. Ostacolo grazie al quale si è cercato di guardare al di là dell’individuo, per indagare l’universalità degli stati d’animo, pur in situazioni molto diverse, e attingere insieme a quella forza interiore che consente la rinascita.
INCEDERE + RETROCEDERE = ASCENDERE (TESTAMENTO) (2019), Ilaria Pezone (Italia)
È un film musicale, al di là delle parole che costituiscono la colonna sonora, che nel loro algido tono documentaristico contrastano con le immagini d’archivio privato, intime e quotidiane. I cieli adombrati e minacciosi, d’un grigio gonfio di malinconia lacustre, che schiaccia Lecco fra le montagne e il suo lago; sottili e contrappuntistici i legami fra le fredde parole psicanalitiche e i gesti descritti dalle immagini: dall’automobile, alle stelle, all’eclissi, alle immagini fotografiche cancellate. L’eclissi di luna è anche l’eclissi del soggetto in esse ritratto, attraverso la cancellazione e la frantumazione coloristica che predilige toni freddi; se caldi: sparenti. L’indagine è trattenuta, suggerita, condotta per associazioni d’idee attraverso una voce narrante che raffredda il pathos delle altre voci. Tutto è drammatico e al tempo stesso nasconde la commedia – ne racchiude le sottili contraddizioni. L’anelito verso l’ignoto, il metafisico dei luoghi terreni è richiamato nel paesaggio infinito degli astri. Raccoglie il Testamento chi dialetticamente viene inquadrato per primo, domandando un sorriso. La richiesta infantile è straziante, perché pura: il sorriso è per lui, il lieve ronfare, il respiro, il ventilatore che ruota e conclude il tutto.
ASMRRRR MOLESTO (2019), Ilaria Pezone (Italia)
ASMR: risposta autonoma dei meridiani sensoriali. Piacevole sensazione di formicolio in diverse zone del corpo che porta ad uno stato di rilassamento generale. Un fenomeno che si è diffuso dal 2010 sulle piattaforme di streaming seguite dalla ricerca scientifica e psicologica, a partire dal 2015, per alleviare disturbi fisici e mentali, tra cui stress, ansia e insonnia. «Una serie per veri intenditori senza limiti di tempo, l’alternativa possibile». Estratto di alcuni episodi dell'intera serie, in corso. Dietro una serietà apparente - o veritiera - si propone, in una forma rivisitata, una forma di “Teatro dell'assurdo”, spettacolo teatrale e monologo, volto a stimolare un'interazione con gli utenti della serie stessa, attraverso omaggi performativi in forma di “Asmrrrr molesti” (senza regole, purché autenticamente estrapolate dal quotidiano scomodo e spesso ridicolo in cui ci impegniamo seriamente a vivere). La serie vuole parodiare la pratica di condivisione delle principali piattaforme di streaming video, mostrandone il grottesco, insieme alla crescente dipendenza dalle serie web-tv. Il fenomeno Asmr viene così indagato come sintomo di una società basata sull’individualismo, la rivoluzione silenziosa di un modello di convivenza asettico e anemico, dove il bisogno di condivisione e relax è sublimato nella forma video, condivisa con utenti sconosciuti attraverso il web. La parodia, invece, svela il disagio e le piccole psicosi della quotidianità, indagando, parallelamente, nuove forme narrative dell’audiovisivo.
LUNA IN CAPRICORNO (2017), Ilaria Pezone (Italia)
Una notte insonne scandita dall’incedere silenzioso del tempo tra i soffi insistiti del vento che scuote rami, foglie, panni e persiane. Prolungare la propria condizione di spettatore attraverso la videocamera; ascoltare misteriosi suoni e moti della luna, compagna che assiste l’ansia di chi osserva.
In collaborazione con il Comune di Vignola, il Comune di Savignano sul Panaro e il Cinema Bristol. Si ringrazia la Fondazione di Vignola che ha gratuitamente concesso l’uso della Sala dei Contrari.
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